13 Ott Ovaio policistico (PCOS): quali strategie nutrizionali?
Una domanda che mi viene posta molto spesso è:
“Soffro di ovaio policistico, mi può aiutare con l’alimentazione?”
Quest’articolo lo scrivo per rispondere alle tante donne che me lo chiedono: parliamo di una patologia che arriva a colpire fino al 20-30% delle donne in età fertile.
La risposta è sì, l’alimentazione può aiutare chi soffre di ovaio policistico. Capiamo perché.
Ovaio policistico (PCOS): cos’è?
È una patologia caratterizzata da uno squilibrio endocrino che causa anomalie mestruali e metaboliche, comportando rischio di infertilità.
Viene diagnostica dal ginecologo nel momento in cui sono presenti almeno due criteri diagnostici tra oligomenorrea (ciclo più lungo di 35 giorni) e amenorrea (assenza di ciclo per almeno 2 mesi), segni clinici o subclinici di iperandrogenismo (irsutismo, acne, eccesso di testosterone), presenza di cisti ovariche.
Nel PCOS abbiamo 3 tipi di squilibrio:
- Riproduttivo: infertilità, aborti ripetuti, amenorrea, oligomenorrea, cicli anovulatori.
- Metabolico: obesità addominale, colesterolo elevato, trigliceridi elevati, ipertensione, diabete (anche in gravidanza) e gestosi.
- Iperandrogenico: acne (su viso, spalle e schiena), irsutismo, alopecia, seno piccolo.
Cosa accade dal punto di vista ormonale?
C’è un’eccessiva produzione di estrogeni da parte delle ovaie, ciò altera gli ormoni LH ed FSH causando un iperinsulinemia che ha come conseguenze obesità addominale, dislipidemie, aumento testosterone e un aumento di prolattina che può essere causa indipendente per l’infertilità e che aggrava il quadro generale di sintomi ovvero acne, irsutismo, cicli anovulatori (il ciclo può essere regolare ma non produce ovuli fertili), amenorrea, oligomenorrea.
Perché una dieta per PCOS?
L’iperinsulinemia può essere gestita con un’alimentazione funzionale perciò l’intero quadro clinico può essere controllato.
Non è detto che si abbia insulino-resistenza (una forma di “pre-diabete”, a volte invece presente in queste donne) ma con un’alimentazione giusta si regola la secrezione di insulina (ormone prodotto dal pancreas che gestisce la glicemia ovvero la concentrazione di zuccheri nel sangue) e quindi gli ormoni sessuali.
Nel 60% dei casi di PCOS c’è obesità, nel 70% c’è insulino-resistenza quindi è importante una dieta a basso carico glicemico che regola anche gli ormoni sessuali.
Benefici di una dieta funzionale per PCOS
Una dieta funzionale per PCOS ha numerosi benefici:
- Permette di dimagrire (ove necessario) e aumenta così del 50% la probabilità di una gravidanza;
- Scomparsa dell’acne, miglioramento dell’irsutismo e alopecia;
- Maggiore probabilità di cicli ovulatori e più regolari;
- Miglioramento della sindrome metabolica;
- Miglioramento tono dell’umore.
Come dev’essere un’alimentazione funzionale per PCOS?
Basso carico glicemico. I carboidrati devono essere limitati, soprattutto quelli raffinati e gli zuccheri semplici, bisogna prediligere alimenti integrali e ricchi di fibre, per esempio riso integrale o orzo o farro decorticati piuttosto che pasta bianca o riso bianco;
Eliminazione totale di latte e derivati. Non è un problema di lattosio, sono le proteine del latte che fanno aumentare l’insulina;
Sostanze antinfiammatorie. Spesso c’è ritenzione idrica, sono utili spezie come lo zenzero e la curcuma, erbe aromatiche, grassi buoni come olio extravergine di oliva e olio di semi di lino e avocado, frutta secca, tè verde, riduzione del glutine;
Buona presenza di proteine e grassi salutari. Vanno bilanciati molto bene carboidrati, proteine e grassi ai pasti quindi no alla dieta dissociata, gli alimenti vanno scelti di buona qualità e biologici;
Ripartizione adeguata dei nutrienti nei pasti. Per un’ottimizzazione della secrezione ormonale sarebbe efficace mangiare maggiormente a colazione e pranzo rispetto alla cena, che deve essere più frugale, soprattutto i carboidrati devono essere maggiormente concentrati nella prima metà della giornata. Insomma, per riprendere un vecchio detto popolare, sarebbe da fare una “colazione da regina, pranzo da principessa e cena da povera”.
In ultimo, un’adeguata attività fisica può aiutare il quadro clinico: non deve essere esasperata, bisogna prediligere allenamenti ad alta intensità ma brevi (come l’allenamento funzionale) da alternare a yoga, pilates e piscina.
Ovviamente specifico che tutto va personalizzato in base alla sintomatologia. Per maggiori informazioni o appuntamento contattatemi qui.
Anna Caserta
Posted at 03:05h, 18 OttobreSono interessata
Giulia Martiradonna
Posted at 19:18h, 18 OttobreCiao Anna. Contattami pure su WhatsApp al 3281034976 per maggiori informazioni o prenotare una visita.