disturbi alimentari

Disturbi alimentari: il drammatico aumento nell’epoca Covid-19

Emergenza nell’emergenza: disturbi alimentari in aumento tra bambini e adulti

Tra le tante conseguenze di questa pandemia c’è purtroppo un evidente e sostanziale aumento dei casi di disturbi alimentari, di tutti i tipi diagnostici.
I dati sono drammatici. Partivamo già da una situazione epidemica dei disturbi alimentari in Italia ma la pandemia ha creato un fattore traumatico che ha causato un’impennata dei casi (aumento di almeno il 30%).
La fascia più colpita è tra i 10 e 13 anni. Le origini post-traumatiche dei DCA sono ampiamente accertate. La pandemia come trauma ha colpito tutta la popolazione, in particolare i più piccoli a causa della privazione del contatto fisico, della socialità, della scuola e della mancanza di sport e gioco all’aria aperta.
In contemporanea, sono aumentati anche i casi di morte per queste patologie. Purtroppo, infatti, la rete assistenziale è stata rallentata per un buon periodo. Di conseguenza, le persone non hanno potuto accedere alle terapie necessarie.
I disturbi del comportamento alimentare sono delle patologie assolutamente curabili ma necessitano delle giuste terapie.
Infatti, i dati relativi alla mortalità ci dicono che si muore di più dove ci sono meno servizi assistenziali.
La condizione claustrofobica della chiusura in casa è stata dannosa per i più piccoli e il modo in cui le famiglie hanno elaborato quest’angoscia collettiva è stata altrettanto importante per come i bambini hanno reagito.
Ma come mai il cibo ha ricevuto un’attenzione così polarizzata in questi ultimi mesi?

Disturbi alimentari: il cibo durante il lockdown

In questi mesi siamo stati sovraesposti al cibo.
Durante il lockdown l’unica concessione era poter andare al supermercato. C’era gente che ci andava più volte al giorno pur di uscire di casa, alcuni alimenti sparivano in fretta dagli scaffali come se fossimo in guerra.
Quindi il cibo oltre che conforto, è stato un mezzo di distrazione, ci ha permesso di essere attivi, di poter dedicare tempo a qualcosa, di poter cucinare per la propria famiglia (cosa che abitualmente non c’è tempo di fare).
Questo è quello che ha riguardato tutta la popolazione, ovviamente anche le persone affette da DCA, per le quali però ci sono altri aspetti da considerare. Ritrovarsi 24 ore su 24 a contatto con il cibo non è stato certo semplice per tutti quelli che soffrivano di un DCA sottosoglia e che precedentemente riuscivano a mantenere una sorta di loro equilibrio.
La sovraesposizione al cibo, l’interruzione dell’attività fisica e il poter osservare il proprio corpo continuamente durante il giorno, hanno fatto esplodere tutti questi disturbi “latenti”.
Questo aumento notevole di DCA in età evolutiva è dovuto anche all’indefinito e incontrollabile terrore del virus che ha indotto i giovanissimi a voler controllare la propria alimentazione, in quanto unico aspetto che era appunto controllabile. Nei bambini infatti sono aumentati soprattutto i casi di alimentazione selettiva.
Il food delivery inoltre ha dato sfogo a tutte le compulsioni da cibo in quanto ha reso facilmente e rapidamente reperibile tutto il cibo più palatabile: molto difficile per una persona affetta da BED (binge eating disorder o disturbo da alimentazione incontrollata) non cedere all’impulso di usare queste app.

Disturbi alimentari: come intervenire


Innanzitutto ricordo che i DCA sono disturbi assolutamente curabili. Tutto dipende dalla precocità dell’intervento terapeutico e dal tipo di intervento.
Andrebbe fatta perciò una massiccia campagna di prevenzione e informazione. Medici di medicina generale, pediatri, nutrizionisti devono saper subito individuare i segnali di un disturbo alimentare per poter immediatamente indirizzare verso una corretta terapia. La tempistica è decisiva: più precoce è l’intervento, maggiori possibilità di successo ci sono.
La terapia deve prevedere, per essere efficace, una modalità multidisciplinare. Più professionisti (psicoterapeuta, psichiatra, nutrizionista) esperti in DCA devono lavorare assieme per potenziare le loro capacità. Approfondiremo meglio questo argomento nel prossimo articolo.
Intanto vi ricordo che nel mio studio a Bari mi occupo anche di prevenzione, diagnosi e trattamento dei disturbi alimentari. In questi casi lavoro in team e mi avvalgo di altre valide figure professionali (tra cui lo psicologo Daniele D’erasmo).
Non esitate a contattarmi per maggiori info.

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