Amenorrea ipotalamica

DCA e amenorrea ipotalamica

Amenorrea ipotalamica: cos’è, quando si presenta e come fare per ritornare ad avere regolarmente il ciclo


Una delle conseguenze che un disturbo alimentare può causare sul piano fisico è l’assenza di ciclo mestruale, per cui si parla di amenorrea.
Spesso l’amenorrea rappresenta un campanello d’allarme per le ragazze perché fa prendere consapevolezza che qualcosa di serio non va nel proprio corpo.
Ma perché si manifesta l’assenza di ciclo e perché è importante ripristinare un ciclo mestruale regolare?

Amenorrea ipotalamica: le cause


Gli ormoni sessuali femminili risentono anche di piccole oscillazioni della percentuale di massa magra e massa grassa. Quando la restrizione calorica è notevole e si associa a stress psicofisico, l’amenorrea è una conseguenza pressoché scontata: il corpo di una donna privato del giusto nutrimento si autolimita, impedendo che avvenga l’ovulazione, che potrebbe potenzialmente portare a una gravidanza, condizione non sostenibile in presenza di iponutrizione.
Di solito la stabilizzazione del peso corporeo porta al ritorno graduale del ciclo, eppure non sempre questo accade. Alcuni ricercatori sostengono che una carenza vitaminico-minerale mal compensata possa essere uno dei motivi più rilevanti alla base di un ciclo irregolare o addirittura assente nelle donne, anche qualora abbiano raggiunto un peso opportuno. Questo, in parte, spiega perché il ciclo mestruale scompare anche in ragazze che abbiano perso qualche chilo, senza tuttavia mai arrivare al sottopeso: pare che l’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi sia più suscettibile di fattori stressogeni e carenza di micronutrienti piuttosto che di un vero e proprio deficit calorico. In particolare una carenza di zinco, vitamina B12, vitamina D e ferro può determinare amenorrea (scomparsa completa del ciclo per almeno 6 mesi) o problemi ovulatori, con cicli che possono superare i 40-50 giorni.
L’amenorrea conseguente a un DCA può essere determinata non solo da restrizioni alimentari, ma anche da fattori stressogeni che vanno a perturbare il lavoro dell’ipotalamo e dell’ipofisi, importanti centri endocrini cerebrali.
Se si compensano eventuali carenze dietetiche ma non si lavora sul “de-stressarsi” rimane assai difficile lo sblocco del mestruo: quante volte, pur con un aumento calorico, permane l’ossessione del controllo del cibo, la paura di alcuni alimenti, la fissazione a “dover” mangiare solo entro certi criteri? In questi casi non si può dire che il DCA sia stato completamente risolto, nonostante il raggiungimento di un peso adeguato.
In seguito all’assenza di ciclo mestruale è opportuno seguire un piano alimentare strutturato affinché ci sia il giusto equilibrio di nutrienti, che vadano a nutrire il corpo e a stimolare le ovaie e l’ipotalamo.

Amenorrea ipotalamica: la giusta dieta

Quali nutrienti non devono mancare per una giusta dieta?
Sicuramente le proteine, soprattutto quelle di natura animale (uova biologiche, pesce azzurro pescato e non pesce di allevamento, carne biologica allevata al pascolo); quelle di natura vegetale, se eccessive, possono essere invece controproducenti. Contengono, infatti, antinutrienti che in questa situazione compromessa possono ulteriormente limitare l’assorbimento di minerali e vitamine.
I grassi sono forse ancora più importanti delle proteine per ripristinare il ciclo mestruale, sono un nutriente essenziale per il cervello. Spesso sono invece proprio il nutriente che viene eliminato e diventa un cibo tabù e fobico, nelle pazienti affette da DCA.
Più a lungo si protrae la carenza, più sarà difficile che il ritorno a un’alimentazione equilibrata e normolipidica garantisca una risoluzione definitiva.
I grassi da prediligere sono quelli monoinsaturi (olio extravergine d’oliva, noci di Macadamia o avocado).
I grassi polinsaturi dovrebbero essere presenti in piccole quantità quotidiane, con predilezione di quelli della serie omega-3: pesce mediterraneo, alghe, olio di semi di lino. L’eccesso dell’una o dell’altra serie determina effetti avversi sull’organismo.
I grassi saturi non dovrebbero mai mancare nell’alimentazione di chi soffre di amenorrea ipotalamica, poiché è da essi che si ha il maggiore stimolo alla produzione ormonale (grassi presenti nel tuorlo di uova allevate all’aperto, carne di animali allevati al pascolo, burro di montagna o ghee, olio di cocco estratto a freddo).
Infine, i tanto temuti carboidrati: i carboidrati da prediligere sono quelli complessi di riso, patate, cereali in chicchi come farro, orzo e miglio. Potrebbe essere consigliabile limitare l’introito di glutine da frumento, poiché diversi studi dimostrano una correlazione tra amenorrea e gluten-sensitivity: è possibile sostituire la pasta normale con pasta di farro, riso e cereali in chicchi, mentre per il pane ci si può orientare verso quello di segale al 100%. In linea generale è comunque bene limitare l’apporto di farinacei in favore di patate e cereali in chicchi.
Non è assolutamente necessario, e anzi in certi casi risulta essere controproducente, mangiare cereali solo ed esclusivamente se integrali: l’amenorrea si accompagna quasi sempre anche a carenze minerali e vitaminiche, che potrebbero essere significativamente peggiorate da un eccessivo apporto di fibra vegetale. Si consiglia di ruotare i diversi tipi di cereali durante la settimana: ad esempio alternare farro integrale e perlato, orzo decorticato e perlato, riso basmati, semintegrale, rosso o nero.
Ovviamente l’alimentazione deve essere calibrata sulla singola persona. È importante, in questi casi come non mai, essere seguiti da nutrizionisti specializzati in disturbi alimentari.

Amenorrea ipotalamica: l’importanza di ripristinare il ciclo mestruale

Ripristinare il ciclo mestruale nella ragazza/donna è fondamentale.
Innanzitutto perché assenza di ciclo vuol dire assenza di estrogeni ed è come se si verificasse una sorta di menopausa in giovane età. Questo può portare a osteoporosi e problemi alla colonna vertebrale già in età giovanile. Inoltre può causare problematiche legate alla fertilità. Una giovanissima ragazza può non preoccuparsene, ma i segni della malattia e l’assenza del ciclo, soprattutto se protratta nel tempo, possono causare problemi in tal senso, nella donna adulta.
Come sempre per queste patologie è importante un intervento tempestivo e precoce, al fine di ripristinare gli equilibri fisiologici e scongiurare conseguenze a lungo termine e permanenti.

No Comments

Post A Comment