Nutriamoci di emozioni: il gruppo come supporto per la gestione del peso e della fame emotiva

“Le diete spingono il nostro cervello a pensare sempre al cibo, a essere sempre attirati dal cibo, ad aver sempre in mente il cibo. Ci spingono quindi a mangiare di più.”

(cit. Brittany Brown)

Inizio quest’articolo con una “cattiva” notizia: secondo i dati aggiornati al 2015 dalla FENS (Federazione europea delle società di nutrizione) oltre l’80% delle persone che iniziano una dieta non riesce a completare il percorso al dimagrimento. La maggior parte di loro abbandona dopo pochi mesi, il resto riprende il peso perso entro cinque anni dall’inizio della dieta, alcuni arrivano a pesare anche di più. Le motivazioni del fallimento possono essere tante.

Ma quello che è certo è che la risposta all’allarmante epidemia di obesità, dilagante in tutto il mondo, non può essere una dieta prescrittiva che ha la stessa meticolosità di un farmaco.

Abbiamo fallito con questo modo di fare dietetica, ma la buona notizia è che finalmente la nuova dietetica sta cambiando approccio.

Quando ho iniziato questo lavoro, quasi 10 anni fa, mi sono resa quasi subito conto che mancava qualcosa alla mia formazione: mi sono laureata in biologia, ho studiato come funziona un essere vivente, l’uomo; successivamente con un master in nutrizione e diversi corsi di formazione, ho approfondito come si dovrebbe nutrire l’uomo per star bene, ho studiato tantissima nutrizione umana.

Ma ho colto che c’era un gap, che non bastava.

Allora mi sono affacciata a studiare maggiormente l’aspetto psicologico che sottende al fallimento di una dieta: perché la signora Maria mollava il suo percorso?

Devo dire che in questo sono stata decisamente fortunata: nei primi anni della mia professione ero fidanzata (con l’uomo che poi è diventato mio marito) con uno psicologo.

È stato lui a iniziare a spiegarmi i meccanismi della mente umana, a indirizzarmi verso certe letture e corsi che ho fatto, fino a giungere allo scorso anno, al Master in Psicobiologia della Nutrizione e del Comportamento Alimentare, dove il fulcro è stato proprio la stretta relazione tra corpo e mente, tra emozioni e cibo e come rendere efficace, per il paziente, il lavoro di equipe tra nutrizionista e psicologo.

Ma allora esiste una dieta che funzioni a lungo termine?

Soffermiamoci prima a domandarci quale sia la reale motivazione che ci ha spinto a non perdere peso o a recuperare i chili perduti con l’ennesima dieta non completata.

Ogni volta che si inizia una dieta, inevitabilmente ci si pone davanti a delle aspettative che trovano terreno fertile in alcuni pensieri non sempre adeguati alla situazione o al singolo soggetto, ma che sono spesso luoghi comuni, pensieri o esperienze di altre persone diverse da noi e che rischiano di sabotare il nostro percorso di dimagrimento. A titolo esemplificativo e per aiutarvi a capire meglio il concetto, vi riporto alcune delle domande che mi vengono poste spesso durante le mie consulenze e che mostrano le diverse aspettative del percorso dimagrante. Per ciascuna di esse ho provato a indicarvi anche le risposte più realistiche, con lo scopo di mostrarvi come per la maggior parte delle domande, le risposte non sono quelle che ci aspetteremo di ricevere.

“Quanti chili perderò con questa dieta?” 

Come si può pretendere di sapere a priori l’esatta perdita di chili se questo dipende da fattori strettamente correlati tra loro quali la nostra aderenza al piano alimentare, i nostri stati d’animo, le nostre vulnerabilità, le relazioni con gli altri, la vita esterna a noi e il fatto che non siamo dei robot ma nel nostro corpo avvengono numerosi, delicati, complessi e singolari processi biologici?

“Quanto tempo impiegherò a dimagrire?”

Perché è importante voler capire il fattore temporale che dipende da tutte le variabili descritte precedentemente e pertanto incalcolabile? Una volta che avremmo raggiunto la perdita di peso, non saremo liberi di tornare a mangiare come facevamo prima della dieta senza riprendere peso e tornare in quel corpo con chili in eccesso. Più che concentrarci su quanto tempo impiegheremo, cerchiamo di stabilizzare e rendere costanti alcuni cambiamenti di comportamento e di pensiero, anche i più piccoli; soltanto in questo modo getteremo le basi per la reale trasformazione.

“Questa dieta la devo seguire per sempre?” 

La dieta è uno stile di vita alimentare e se non si comprende che il cambiamento definitivo di uno stile di vita alimentare che ci faceva essere in sovrappeso è ciò che determina il mantenimento del risultato, non avremo molto scampo.

“Come farò a non poter mangiare fuori con gli altri?”

Come è pensabile poter sostenere a vita un nuovo stile di vita alimentare che non prevede la condivisione del piacere del cibo con gli altri e la socializzazione annessa? Durante il percorso di dimagrimento è fondamentale poter imparare i principi di una alimentazione sana ed equilibrata, soltanto così saremo in grado di gestire tutti i pasti fuori casa senza sensi di colpa.

Quando la dieta non basta

Può allora bastare un semplice piano alimentare per dimagrire? Se comprendiamo che per perdere peso dobbiamo gestire le numerose tentazioni e offerte alimentari quotidiane, il nostro comportamento alimentare che ci portiamo dietro da anni, il significato che diamo al cibo e tutto il nostro mondo di pensieri collegati al modo in cui ci vediamo, in cui sentiamo e come ci approcciamo a un cambiamento di stile di vita alimentare, forse la risposta è no, non basta. 

La terapia cognitivo comportamentale ci insegna che il modo di pensare di una persona influenza il suo mondo emotivo e il suo comportamento: non sono gli eventi di per sé a creare una sofferenza o un disagio, ma il significato che vi diamo. Lo stimolo esterno non si può eliminare ed evocherà sempre in noi un pensiero. Sta a noi tradurre i pensieri in emozioni e azioni, sta a noi imparare a modificarli verso una direzione e un obiettivo che ci siamo prefissati. Per questo la terapia cognitivo comportamentale e l’approccio psiconutrizionale al dimagrimento possono essere validi alleati di un precorso di dimagrimento, che si spera essere definitivo.

Mangiare non è automatico. È possibile imparare a esercitare un controllo sull’alimentazione. Molte situazioni scatenano dei pensieri sul mangiare, ma esistono delle tecniche, che si possono apprendere, per evitare o minimizzare questi stimoli. Quando ci si imbatte in uno stimolo, i nostri pensieri determinano se agire in modo produttivo, rafforzando l’atto del resistere, oppure in modo improduttivo, rafforzando l’atto del cedere. Rispondere ai pensieri sabotanti in modo adeguato e produttivo è un’abilità che si può imparare ad usare per tutta la vita per evitare l’eccesso di peso in modo permanente.

Il gruppo motivazionale per la gestione del peso e della fame emotiva

Ecco, quindi, che vi presentiamo il nostro progetto che si svolgerà a brevissimo e del quale vi daremo a giorni il programma dettagliato (seguitemi su Instagram).

Nutriamoci di emozioni si svolgerà in quattro incontri a cadenza settimanale che saranno in parte teorici, ma soprattutto pratici, di psiconutrizione.

Obiettivi del percorso:

  1. Recuperare la nostra capacità innata di nutrirci consapevolmente
  2. Comprendere quali sono i meccanismi che insorgono e di cui non abbiamo pieno controllo riguardo l’alimentazione
  3. Acquisire maggiore consapevolezza di sé e del proprio comportamento, aumentare l’autostima e la fiducia in se stessi e nelle proprie potenzialità, acquisire nuove strategie per gestire in modo funzionale la propria alimentazione, acquisire nuove strategie per riconoscere ed affrontare le emozioni spiacevoli

A cosa serve un gruppo di motivazione? A facilitare la condivisione di esperienze personali, emozioni e pensieri al fine di incrementare l’autoconsapevolezza e il senso di fiducia. Ingrediente fondamentale è il sostegno emotivo: il sentirsi accettati, compresi e sostenuti da chi vive le nostre stesse difficoltà.

A chi è rivolto: a chi abbia affrontato una o più volte una dieta senza i successi sperati, a chi lo sta facendo e a chi abbia deciso di conquistare e consolidare abitudini alimentari benefiche e uno stile di vita appagante e salutare.

Quali sono i benefici a lungo termine: acquisire maggiore consapevolezza di sé e del proprio comportamento, aumentare l’autostima e la fiducia in se stessi e nelle proprie potenzialità, acquisire nuove strategie per gestire in modo funzionale la propria alimentazione, acquisire nuove strategie per riconoscere ed affrontare le emozioni spiacevoli

Dove sarà svolto? c/o il Centro PsyIntegra a Bari – Piazza Aldo Moro, 16

Gli incontri saranno condotti da me e dal dr. Daniele D’Erasmo Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale, Practioner EMDR.

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